Una consumatrice, utente di Garanteasy, ha chiesto supporto ai nostri esperti in quanto ha scoperto di aver acquistato da un merchant presente su ePRICE un prodotto Dyson che si è rivelato difettoso e contraffatto.
A seguire illustreremo gli alti rischi che corrono gli ’operatori che commercializzano beni contraffatti e, quindi, privi delle necessarie garanzie di conformità ed in particolare il rischio che corrono i Marketplace non esercitando un controllo stringente sui venditori che ospitano.
A seguire i fatti come descritti dalla nostra utente:
- La consumatrice ha acquistato presso il marketplace e-commerce di ePRICE, dal venditore UNIELF Technologie SARL, un prodotto Dyson Airwrap Style nuovo, che dopo pochi giorni di utilizzo mostra malfunzionamenti.
- EPRICE, su richiesta della consumatrice, consiglia di rivolgersi direttamente a Dyson per risparmiare tempo nell’intervento (cosa che non è prevista dal Codice del Consumo, essendo in prima istanza, il venditore obbligato a fornire assistenza in garanzia legale).
- La consumatrice fa richiesta a Dyson che manda a ritirare il prodotto difettoso;
- Dyson, dopo avere ricevuto ed analizzato il prodotto difettoso, le comunica che il prodotto è contraffatto e che il venditore, che è responsabile della conformità del prodotto, troverà una soluzione nell’ambito di quelle previste dal Codice del Consumo, che sono in prima istanza la riparazione (inapplicabile) oppure la sostituzione.
- Dyson, per favorire l’operazione di sostituzione o risoluzione del contratto, distrugge il prodotto, consegnando alla consumatrice un certificato di contraffazione in originale, mediante il quale rivolgersi al venditore, oppure a ePRICE.
- La consumatrice trasmette ad ePrice ed al Venditore il certificato di contraffazione chiedendo sia posto rimedio al danno subito.
- Il venditore ed ePRICE ad oggi non hanno risposto alle richieste della Consumatrice.
- Garanteasy sta supportando la sua utente al fine di ottenere quanto in suo diritto.
Vediamo ora i rischi che corrono i protagonisti della vicenda, il produttore Dyson, il venditore UNIELF Technologie SARL e il marketplace ePRICE.
Dyson ha distrutto il prodotto con il consenso della consumatrice, che ha acconsentito per ottenere un certificato ufficiale di non conformità/contraffazione grazie al quale poter ottenere la sostituzione o il rimborso, per cui Dyson ha agito correttamente dal punto di vista formale, ma non ha risolto il problema materiale della consumatrice.
UNIELF Technologie SARL, senza controllo da parte di ePRICE, che ha una responsabilità indiretta sulla correttezza delle operazioni che si svolgono sulla sua Piattaforma, ha venduto un bene contraffatto e chi vende un prodotto contraffatto può affrontare una serie di conseguenze legali, sia di tipo penale, sia amministrativo. Il venditore, in particolare, rischia conseguenze penali, amministrative e civilistiche, cioè la prigione, le sanzioni e il pagamento dei danni, ricordiamo che l’Italia ha delle pene superiori alla media Europea e non solo, avendo un prezioso Made in Italy da difendere. Nel dettaglio ecco perciò cosa rischia, a nostro parere, sia UNIELF che ePRICE in quanto soggetto che gestisce il Marketplace su cui è stato possibile acquistare un prodotto contraffatto:
- Conseguenze penali. Il reato di vendita di prodotti contraffatti può comportare una pena detentiva che va da sei mesi a tre anni, a seconda della gravità del reato. La pena può essere aggravata se il venditore ha commesso il reato più volte, o se la contraffazione riguarda prodotti che mettono a rischio la salute dei consumatori. Le multe invece possono variare da 2.500 a 25.000 euro, e anche oltre in casi particolarmente gravi o recidivi. L’importo della multa dipende dalla quantità e dal valore della merce contraffatta.
- Sanzioni amministrative. Le sanzioni possono sostanziarsi nell’applicazione di diversi tipi di provvedimenti, alternativi tra loro, tra cui la Chiusura temporanea o definitiva dell’attività, oppure la Revoca della licenza commerciale, oppure infine la semplice Confisca della merce contraffatta.
- Conseguenze civilistiche. Il venditore può, infatti, trovarsi a pagare i danni al produttore, risarcendo danni materiali, ma anche anche danni morali e di immagine e infine potrebbe dover risarcire anche danni causati al/ai consumatori vittime della commercializzazione dei beni contraffatti.
- A tutto questo va aggiunto il danno reputazionale per il marketplace ovvero ePRICE.
Ricordiamo anche che alcuni tra i principali Marketplace dichiarano di avere programmi di controllo che prevedono l’espulsione permanente dei venditori che hanno avuto a che fare con la contraffazione e così ci auguriamo farà anche ePRICE sebbene ad ora non abbiamo dato alcun riscontro a tal riguardo.
Secondo la giurisprudenza del nostro Paese infatti, se il marketplace, applicando la normale diligenza, avrebbe potuto accorgersi delle irregolarità operate dal venditore, magari sulla base delle frequenti segnalazioni da parte dei consumatori, si configura il caso della responsabilità indiretta del marketplace, relativamente all’operato del venditore. Anche il Digital Service Act recentemente adottato dal Parlamento UE, relativamente ai servizi di marketplace, li obbliga ad un maggiore controllo dei venditori ospitati e li responsabilizza nei confronti dei clienti finali.
In conclusione, tutti i marketplace, ePrice in questo caso, possono essere ritenuti indirettamente responsabili per i reati dei venditori che ospitano, se non adottano misure adeguate per prevenire attività illecite o se sono a conoscenza dell’attività illegale e non intervengono. La responsabilità dipende quindi dal grado di coinvolgimento del marketplace e dalla sua capacità di prevenire o bloccare le attività illecite sulla piattaforma.
Garanteasy Ufficio Legale